Christopher Josse e Maurizio Galante hanno aperto le sfilate della ville lumiere, seguiti da Schiaparelli, Iris Van Herpen e Dior a cui seguiranno Giambattista Valli e Azzaro Couture.
Schiaparelli apre il nuovo corso, sotto la direzione artistica di Daniel Roseberry, che ha preso il posto di Bertrand Guyon.
Dopo dieci anni alla corte di Thom Browne, il designer di origine texana, ma newyorkese d’adozione, ha raccontato a margine dello show come ha vissuto la fase di passaggio tra l’ultimo decennio della sua vita e la nuova sfida con il marchio ideato nel secolo scorso da Elsa Schiaparelli.
Essere un artista
ha dichiarato
significa aggrapparsi all’esuberanza, all’ingenuità e al senso di meraviglia. Cinismo, senso della realtà, essere snob: sono questi i nemici dell’artista. La vita è una continua trasformazione, non la più sicura né la più facile, ma la più esilarante
Per ricreare in pedana questa fase di riflessione, seguita dalla progettazione della prima collezione per Schiaparelli, Roseberry ha ideato uno show in cui le modelle sfilavano intorno a lui seduto a una scrivania, a tratteggiare una «storia in tre capitoli»: il giorno, ispirato all’inquietudine delle sculture di Jack Whitman e all’estetica con imbottiture di Sarah Lucas; la notte, un matrimonio tra déco e surrealismo, glamour e brutalismo; infine il sogno, regno della fantasia assoluta.
Un approccio anticonvenzionale alla moda, sulla stessa lunghezza d’onda della personalità della fondatrice della maison.
Quanto allo show di Iris Van Herpen, il momento clou è stata l’uscita di Celine Dion vestita con un abito giocato sulle trasparenze e su effetti ottici tridimensionali.[:]