Estrema, splendida ed eccezionale

Bugatti

Una storia di famiglia, un marchio poliedrico e una rilevanza iconica.

Sebbene famosa soprattutto per le sue straordinarie automobili, Bugatti è per gli appassionati d’arte molto più che una “semplice” casa automobilistica. Carlo Bugatti, il padre, ha disegnato mobili e gioielli e in particolare la sedia Cobra, di rara modernità. Oggi le sue scrivanie sono collezionate da artisti del calibro di Alain Delon ed Elton John. I suoi due figli hanno ricevuto in eredità gli stessi geni artistici della famiglia: Rembrandt, il più giovane, è noto per essere stato uno dei più grandi scultori di animali in bronzo, mentre Ettore, il figlio maggiore, nato nel 1881, ha fondato il brand d’auto Bugatti a Molsheim, nel 1909. Un marchio diventato ben presto noto per le sue auto estremamente innovative e per il motto del suo fondatore “Niente è troppo bello, niente è troppo costoso”.

Primo piano: Chiron, sfondo: Type 57 SC Atlantic

“Niente è troppo bello, niente è troppo costoso”

Il nome Bugatti è ancora oggi associato a prestazioni estreme, innovazione tecnologica, linee mozzafiato e massima raffinatezza. Ettore Bugatti fu un genio sotto molti aspetti: da giovanissimo costruì la sua prima automobile, progettandone ogni dettaglio, dal motore alla carrozzeria, prima di assemblarla con le proprie mani. Nel corso della sua vita non ha mai smesso di ricercare l’innovazione e ha registrato quasi 1.000 brevetti sotto il suo nome. Una delle sue massime era: “Ciò che è già stato inventato appartiene al passato, solo le innovazioni sono degne di interesse”.

Uno dei suoi terreni di prova preferiti era la competizione, trampolino di lancio ideale per testare le sue innovazioni tecniche e promuovere il suo marchio. Dopo i successi nelle gare con la delicata e scattante Type 13 dotata di motore a 4 cilindri, lanciò la Bugatti Grand Prix Type 35, un’iconica vettura con motore a 8 cilindri con cerchi in lega leggera. La Type 35B, dal motore più potente, era in grado di raggiungere un’incredibile velocità massima superiore a 215 km/h. Il modello collezionò una serie di vittorie: più di 2.500 in totale, un record fino ad oggi ineguagliato.

Affidate ai più grandi piloti, le vetture vinsero le gare più difficili come la Targa Florio in Sicilia. La centenaria Bugatti Grand Prix è un’auto storica ancora oggi presente nelle gare, in particolare nella Mille Miglia, Le Mans Classic o Goodwood.

Type 35

“Ma anche in questo caso Ettore Bugatti aprì una nuova strada proponendo un’inedita combinazione di colori nero-giallo”

Ettore, soprannominato “Il Patron” (il capo) impose ben presto il proprio stile. Le sue auto, soprannominate “Les Pur-Sangs de l’automobile”, erano ornate da una griglia del radiatore a forma di ferro di cavallo, un omaggio ai purosangue che ammirava. Un’altra caratteristica stilistica era il colore blu, associato alle auto da corsa francesi. Ma anche in questo caso Ettore Bugatti aprì una nuova strada proponendo un’inedita combinazione di colori nero-giallo. Innamorato delle travi colorate della casa di famiglia a Molsheim, decise di utilizzare questi colori per le sue più belle creazioni bespoke, in particolare quelle in stile Art Déco. La sua clientela apprezzò la scelta, e dalla Type 55, un’auto sportiva a due posti, alle leggendarie coupé Atalante, questa combinazione di colori divenne una delle caratteristiche stilistiche più sorprendenti di Bugatti.

Type 55

Alcuni clienti delle moderne vetture Veyron o Chiron hanno deciso di perseguire questa tradizione. Una delle Bugatti più famose di sempre è stata la Type 41 “Royale”, l’auto più lunga e lussuosa del suo tempo, riservata all’elitaria aristocrazia europea. Molti aristocratici infatti apprezzavano il marchio, tra cui il re Leopoldo III del Belgio, che si concesse la leggendaria Type 59 Sports, con le sue linee ribassate e le ruote ornate da raggi armonici. Quando fu venduta al Re, la vettura fu riverniciata da Ettore Bugatti in nero con una linea gialla, che coincideva con i colori da corsa del Belgio. Questa vettura straordinariamente ben conservata, e che ha mantenuto la vernice dell’epoca, ha vinto il Trofeo FIVA come “migliore auto prebellica conservata” al concorso Villa d’Este 2022.

Type 59 Sports modello Bugatti
Type 59 Sports

Un’altra straordinaria vettura Bugatti è la snella Type 57 SC Atlantic, che presenta uno dei design più iconici al mondo e illustra una delle massime di Ettore Bugatti: “Il design non è nulla senza la perfezione nell’esecuzione”. Un motto che potrebbe essere esteso a tutto ciò che Ettore ha progettato, dal futuristico vagone ferroviario alimentato dal motore Bugatti Royale, alle biciclette e alle auto a pedali.

Type 57 SC Atlantic di Bugatti
Type 57 SC Atlantic

Sebbene la famiglia sia nota per i suoi membri incredibilmente dotati, è stata anche testimone di molte tragedie. Nel 1939, all’età di 30 anni, Jean Bugatti, figlio di Ettore dalle innegabili doti di progettista, ingegnere e manager, perse la vita al volante della 57C Tank, che aveva vinto la 24 Ore di Le Mans nell’agosto 1939 e che con la sua carrozzeria aerodinamica e ribassata ricordava un’auto precedente creata da Ettore Bugatti. La tragica morte di Jean, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e la morte di Ettore nel 1947 a causa di un ictus segnarono il declino della saga Bugatti.

Type 57G Tank di Bugatti
Type 57G Tank

“Interamente progettata internamente, senza acquistare componenti da nessun altro produttore”

Fu solo nel 1991 che la Bugatti risorse davvero dalle ceneri. Romano Artioli, un imprenditore italiano follemente innamorato del marchio, lanciò la Bugatti EB110, in onore del 110° anniversario della nascita di Ettore. Interamente progettata internamente, senza acquistare componenti da nessun altro produttore (come è la norma per la maggior parte delle supercar di nicchia), l’auto fu un vero tour de force tecnologico. Responsabile della vettura era Nicola Materazzi, l’ingegnere che ha dato vita alla Ferrari F40.

Con il suo telaio in carbonio, quattro turbo e un sistema di trazione integrale, l’EB110 era in anticipo sui tempi. Loris Biccochi, l’allora collaudatore ufficiale che con la vettura stabilì un record mondiale di velocità, disse: “Tutto era ambizioso, pazzesco nella saga della EB110, ma la storia stessa della Bugatti è stata pazzesca fin dall’inizio”. Dalla grandiosa fabbrica di Campogalliano, immersa nel cuore della Motor Valley italiana, alla EB110 in corsa a Le Mans, Artioli è rimasto realmente fedele alla massima di Ettore Bugatti: “Niente è troppo bello, niente è troppo costoso”. Purtroppo, le difficoltà finanziarie hanno bloccato il progetto. Solo 139 EB110 sono state prodotte, comprese le ultime due auto da corsa Bugatti mai realizzate. Invecchiata molto bene, la Bugatti di proprietà della VW ha persino reso omaggio alla EB110 con un’auto in edizione limitata chiamata Centodieci, basata sulla Bugatti Chiron. Oggi di comproprietà di Rimac e Porsche, Bugatti ha appena lanciato un nuovo modello, il Tourbillon.

Sinistra: EB110, destra: Centodieci

L’ultima parola spetta ad Achim Anscheidt, Responsabile del Design Bugatti dal 2004 al 2023: “In quasi tutto ciò che facciamo, traiamo ispirazione dalla famiglia Bugatti; inventiamo – come ha fatto Ettore – le nostre tecnologie e spingiamo – come ha fatto Jean Bugatti – i confini del design e dell’eleganza per creare qualcosa che non assomigli a nient’altro sulla strada”. Come disse Ettore: “Se è paragonabile, non è più Bugatti”. Ad oggi, l’impegno del marchio verso l’eccellenza va oltre la potenza e la velocità; infatti, ogni Bugatti deve essere un capolavoro a sé stante. Un omaggio speciale va a Remi Dargegen, il fotografo ufficiale Bugatti, per le sue immagini che mettono in risalto il genio Bugatti. Remi ha avuto la fortuna di viaggiare per il mondo per catturare le auto più iconiche delle diverse epoche Bugatti.

Etienne Raynaud
Foto: Rémi Dargegen

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